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Dermatite nodosa

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Dermatite nodosa
La dermatite nodosa è una forma di irritazione che può insorgere per le cause più svariate e che comporta la formazione di noduli rossi sotto la pelle: l'infiammazione infatti va a colpire i tessuti adiposi sottocutanei. Per questo motivo questa patologia può essere considerata una panniculite: le panniculiti sono infatti tutte quelle infiammazioni che interessano le cellule adipose localizzate sotto la cute.
Ecco alcune informazioni utili sul disturbo (incidenza, sintomi principali, possibili cause di insorgenza, cure e trattamenti.

L'incidenza
Sebbene sia la panniculite più diffusa, la dermatite nodosa è in ogni caso una malattia rara: la sua incidenza annuale è infatti di 2-3 soggetti ogni 10.000, con una netta “preferenza” per il sesso femminile. Colpisce in prevalenza persone giovani: la fascia d'età più interessata è infatti quella fra i 20 e i 35 anni.

I sintomi
I primi sintomi non sono le eruzioni cutanee; prima di esse, infatti, compaiono i sintomi caratteristici di una sindrome influenzale (tosse, un po' di febbre, senso generale di stanchezza, mal di pancia) e dolori/rigidità articolari (soprattutto alle anche, ma anche ai polsi e alle ginocchia).
Trascorso qualche giorno, fanno la loro comparsa anche le eruzioni cutanee vere e proprie (esantema cutaneo o rash): nel caso dell'infiammazione si tratta di veri e propri noduli di pochi centimetri di diametro, che sporgono sulla pelle.
La consistenza e il colore di questi noduli varia con il passare del tempo: all'inizio sono duri e rigidi (in questa prima fase fanno anche un po' male se vengono toccati) e di colore rosso intenso, mentre in un secondo momento - dopo circa una settimana - diventano più morbidi, il dolore scompare e il rosso si muta in blu tendente al viola, per poi diventare giallo-verde.
Le zone più colpite sono le gambe, ma possono essere interessate da questa infiammazione anche altre aree corporee (viso, collo, tronco, braccia).

Le forme
In base all'eziologia (ovvero alla causa che ha provocato il disturbo), è possibile distinguere due tipologie di dermatite nodosa:
- Irritazione idiopatica: in questo caso la patologia insorge senza una causa specifica accertata. Si tratta di una forma piuttosto diffusa (riguarda circa il 30-50% di coloro che soffrono del disturbo)
- Irritazione nodosa secondaria: l'infiammazione si sviluppa a causa di una patologia ben identificabile o come conseguenza dell'azione di altri fattori esterni che è possibile definire con precisione

L'irritazione nodosa secondaria: le cause
- Infezioni di vario genere: diverse malattie infettive possono provocare dermatite nodosa. Fra le più comuni e frequenti figurano l'infezione da streptococco del gruppo A, le enteriti da Yersinia e da Salmonella, la tubercolosi, la clamidia, la campylobatteriosi, l'epatite B, la coccidioidomicosi
- Malattie autoimmuni come la sarcoidosi, il morbo di Crohn e la colite ulcerosa
- Gravidanza
- Alcuni tumori (soprattutto leucemie e linfomi)
- Assunzione combinata di determinati farmaci: assumere in concomitanza farmaci sulfamidici, penicillina e anticoncezionali orali può dare origine alla patologia

Le cure
Non è raro che la dermatite nodosa trovi una risoluzione spontanea, senza bisogno di ricorrere a cure farmacologiche: spesso, infatti, i noduli si riassorbono naturalmente in tempi relativamente brevi (da un minimo di 3-4 settimane ad un massimo di 8), senza lasciare segni sulla cute, né cicatrici. L'importante è stare a riposo e coprire i noduli con dei bendaggi (soprattutto se si trovano su braccia e gambe), dopo aver fatto qualche impacco freddo.
Il fatto che il disturbo tenda a regredire spontaneamente non significa tuttavia che non sia ugualmente necessario rivolgersi ad uno specialista. Occorre il consulto medico anzitutto perché è bene scoprire da cosa la malattia è provocata. Se si tratta di irritazione nodosa secondaria, la terapia consiste essenzialmente nel trattare la patologia che sta all'origine del problema: farmaci immunosoppressori in caso di malattie autoimmuni, terapia antibiotica in caso di malattie infettive batteriche e così via.
Inoltre, per favorire il processo di guarigione e gestire al meglio la fase acuta della malattia (soprattutto se si avverte un certo dolore), il medico potrà prescrivere, a seconda dell'intensità del disturbo, uno o più di questi rimedi farmacologici:
- Antinfiammatori non steroidei (FANS): ideali per trattare i sintomi della malattia sono soprattutto l'aspirina, il naprossene e l'indometacina
- Antinfiammatori steoroidei (corticosteroidi)
- Ioduro di potassio: è un antidolorifico da assumere per via orale
- Colchicina: anche la colchicina è un valido antidolorifico.
Può tornare utile anche qualche rimedio naturale: un gel all'aloe vera e camomilla oppure un impacco preparato con gocce di tintura madre di ortica e di calendula. O ancora, è possibile applicare sulle infiammazioni delle foglie di Sedum semprevivo.