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Cheratosi pilare

Cheratosi pilare

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La cheratosi pilare è una tipologia di cheratosi provocata da un'alterazione nel meccanismo di cheratizzazione nella zona dei follicoli piliferi: infatti viene chiamata anche cheratosi pilifera. Ecco alcune informazioni utili su questo comune disturbo cutaneo: continua a leggere e scopri come guarire dalla cheratosi pilare.

Come e dove si manifesta
In pratica, si ha una produzione in eccesso della cheratina (una proteina che, in condizioni e quantità normali, è utile perché forma sulla cute una sorta di scudo difensivo dalla penetrazione di batteri) che va ad ostruire, come una sorta di tappo, le aperture dei bulbi piliferi in determinate parti del corpo: soprattutto braccia, cosce, glutei e a volte anche tempie e guance.
In conseguenza di questo si formano delle papule dall'aspetto rugoso e desquamato, estremamente ruvide. La pelle diventa molto simile alla cosiddetta “pelle d'oca”, con ispessimento e presenza di piccoli puntini di colore biancastro.
Il disturbo è solo antiestetico, ma fortunatamente non è doloroso (né si avverte prurito).

Quando compare: incidenza nei bambini
A differenza della cheratosi attinica e di quella seborroica che sono tipiche dell'età avanzata, questa cheratosi compare con più frequenza nei bambini, sebbene il problema riguardi anche i giovani adulti (le donne più degli uomini. E di solito compare prima dei 30 anni). In genere, nei bambini insorge prima dei 10 anni di età e nel corso dell'adolescenza tende a peggiorare.

Le cause
Non si conoscono con esattezza le cause della patologia: di certo la predisposizione familiare e genetica ha un suo peso, in quanto almeno nella metà dei casi vi sono componenti della famiglia che soffrono del medesimo disturbo. Infatti, la cheratosi pilare è considerata una patologia genetica a trasmissione autosomica dominante.

Il rapporto con le dermatiti
Non si sa bene perché, ma non è raro che questa cheratosi si manifesti nei soggetti che già soffrono o hanno sofferto di patologie cutanee di altro genere: in particolare, di dermatiti come l'eczema atopico, di disordini genetici della pelle come le ittiosi o di una condizione di estrema secchezza cutanea. Probabilmente, vi è una predisposizione genetica allo sviluppo di queste malattie, anche se non sempre esiste un rapporto fra cheratosi pilare e altre affezioni della pelle: il disturbo può insorgere anche in chi non ha mai accusato nessun problema cutaneo.

Andamento del disturbo e tempi di guarigione
Se vi state chiedendo come combattere la cheratosi pilare, è innanzitutto importante sottolineare il fatto che non è possibile definire con precisione i tempi di guarigione, in linea di massima ci vuole un po' di tempo per ottenere risultati. A volte la malattia si risolve in modo spontaneo, a volte invece ricompare una volta conclusa la terapia. Presenta quindi un andamento altalenante, variabile da soggetto a soggetto. In generale, però, tende ad acuirsi nei mesi invernali e ad attenuarsi nel periodo estivo: il freddo rende la pelle ancora più secca e questo contribuisce ad un peggioramento del disturbo.
L'importante è avere pazienza e non allarmarsi perché, anche se spiacevole dal punto di vista estetico, la malattia è del tutto innocua: non comporta nessun pericolo per lo stato di salute del paziente.

Come trattarla: le terapie
Una terapia del tutto risolutiva non c'è ma, fortunatamente, esistono varie opzioni terapeutiche che piano piano aiutano a migliorare l'aspetto della pelle. Ecco quali sono:
- Creme idratanti a base di acido salicilico e urea, acido lattico, vaselina salicilica alfa-idrossiacidi: sono una parte importante della terapia, perché ammorbidiscono la pelle e favoriscono la rimozione delle cellule morte. L'unico effetto collaterale è che gli acidi presenti in queste creme possono irritare le pelli più delicate, come quelle dei bambini: per questo, in caso di cheratosi pilare infantile è bene valutare con attenzione il loro utilizzo.
- Creme a base di cortisone: i corticosteroidi topici possono essere d'aiuto perché favoriscono il ricambio cellulare.
- Creme a base di retinoidi: anche queste creme, benché utili, possono in alcuni casi provocare irritazioni cutanee. Al fine di ridurre la possibilità di sviluppare effetti collaterali è bene seguire alla lettera le indicazioni terapeutiche dello specialista.
- Agenti esfolianti: per rimuovere le cellule morte alcuni dermatologi consigliano anche l'utilizzo di prodotto esfoliante.

Gli aiuti della natura
Per migliorare un po' l'aspetto delle lesioni, è una buona idea ricorrere anche a qualche piccolo rimedio naturale: ad esempio l'aceto di mele (si può applicare sulla cute con un batuffolo di cotone, dopo averlo diluito in un po' di acqua in modo da ottenere una sorta di lozione), la farina d'avena (da strofinare sulla pelle - dopo averla mischiata con un po' d'acqua calda - e da lasciare in posa per una decina di minuti) e il sale di Epsom (è un ottimo ammorbidente naturale: va sciolto in acqua calda e applicato sulla pelle per circa un quarto d'ora).
Un ultimo consiglio: provate anche a mettere in casa un umidificatore. Un ambiente domestico più umido può aiutare a combattere la disidratazione cutanea e ad attenuare la cheratosi pilare.